Lo Gnocco fritto

Provate a pensare intensamente al gnocco fritto, al suo sapore e profumo avvolgenti, quando le vostre mamme o le vostre  nonne lo friggevano nello strutto delle loro cucine, pezzi di semplice impasto che al contatto con il calore si gonfiavano assumendo un dorato color miele, mentre si diffondeva  un profumo così intenso da arrivare persino in strada.

Ricordo che la mia nonna lo faceva ripieno di stracchino oppure dolce con nutella, buonissimi

Oggi è difficile trovare chi frigge lo gnocco in casa, io sono la prima a rifiutarmi, forse perchè si trova con semplicità chi lo cuoce per noi.

I nostri cuochi, al ristorante Dondivino, preparano al gnoc fritt per voi, cotto al momento esce dalla cucina per essere gustato da solo al posto del pane oppure con i taglieri di salumi e formaggi.

La domenica, scegliete uno dei nostri taglieri, composto da salumi e formaggi di qualità, il gnocco fritto te lo offriamo noi.

 

 

Un pò di storia

Questo impasto gustoso, povero e antico, preparato dalle resdore della nostra bellissima regione, ha diversi nomi a seconda delle province: gnocc frett a Reggio E e a Modena, chisule a piacenza e torta fritta a Parma.

Tanto è radicato nel territorio, questo semplice piatto che è stato inserito Il gnocco fritto è stato inserito nell’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (P.A.T.)

Nel 2011 è nata a Modena la Confraternita del Gnocco d’Oro, per tutelare, promuovere e divulgare la cultura gastronomica modenese

Tanto è radicato nel territorio, questo semplice piatto che è stato inserito Il gnocco fritto è stato inserito nell’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (P.A.T.)

La ricetta Modenese

  • 1 kg di farina di frumento tipo “00”
  • 70 g di strutto di maiale
  • 400 ml di acqua gassata
  • Sale quanto basta

Alcune volte, soprattutto nelle zone dell’appennino, viene aggiunta una goccia di latte per ammorbidire l’impasto.

Dopo aver impastato il tutto, la pasta viene messa in un recipiente avvolta in un canovaccio ed ogni 20-30 minuti bisogna rimpastarla e muoverla, facendo sì che avvenga una sorta di lievitazione naturale grazie alla pressione dell’acqua gassata che sostituisce il lievito. Questo procedimento viene fatto secondo la ricetta modenese, dove appunto non va il lievito. Poi la pasta viene ridotta in una sfoglia alta pochi millimetri (da circa 2 a 6) e tagliata in rombi o a rettangoli di circa 10-15 cm di lato oppure in tondi di diametro di circa 25 cm, che vengono fritti secondo la tradizione in abbondante strutto di maiale bollente.

Lo strutto di maiale ha un punto di fumo molto alto (ca. 230 °C). Le moderne norme di sicurezza imposte a bar, ristoranti, mense e comunità rendono tuttavia difficile reperire in commercio friggitrici che superino la temperatura di 190 °C. Dovendo calare la temperatura di frittura, almeno negli ambienti industriali e della ristorazione, si è costretti ad usare vari oli al posto dello strutto, che alla temperatura di 190 °C lascerebbe la pietanza eccessivamente unta.

La pasta viene quindi fritta (normalmente circa un minuto per lato) e si gonfia formando delle bolle sulla superficie oppure una “pancia” nel caso di gnocco fritto di piccole dimensioni.

Quando non consumato come cibo da asporto tipico di fiere o manifestazioni locali, è consumato a pasto assieme agli affettati, eventualmente accompagnati con formaggi locali spalmabili.